In a heartbeat
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In a heartbeat

di Filippo Antonio Prina | MacGuffin n. 26 - Tachicardia

“In a heartbeat” significa molto veloce. La traduzione letterale è in un battito di cuore, ma la traduzione comunicativa, quella cioè che rispetta il senso è: “in un battito di ciglia”.

L'11 febbraio 2022 un team di ricercatori di Harvard ha pubblicato sulla pagina ufficiale di Instagram dell'università un video curioso.

L'immagine è una ripresa dall'alto di qualcosa che assomiglia a un pesce che nuota sbattendo la coda su un fondale a quadri come quello dei quaderni di matematica.

Il video dura venti secondi e la qualità non è delle migliori. 'Sto pesce, tra l'altro, non si muove nemmeno un gran che bene.

Anche se le premesse sembrano minimali, la scoperta è di portata rivoluzionaria. Il “motore” che muove questo pesciolino, che pesciolino non è ma un automa bio-ibrido, sono cellule cardiache. Umane. Coloro che hanno visto il video su instagram hanno assistito a una delle prime nuotate di un organismo creato artificialmente, ma motorizzato in maniera biologica. Ora, io non credo che si possa dire che siamo vicini a creare la vita in maniera artificiale, ma un piccolo colpo al cuore, questa scoperta me lo provoca.

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