Tutte le scuse di primavera
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Tutte le scuse di primavera

In sintesi, tutto il MacGuffin n. 27 - Maledetta primavera

E chi se lo sarebbe immaginato che un tema apparentemente soft come la primavera gettasse tutto questo scompiglio nella nostra redazione. E invece è successo.
Maldetta primavera, dunque.

È stata Cristina (Perillo), con il suo Pulizie di primavera, a dare il là alla querelle, sottolineando quanto la primavera possa essere occasione di pulizia e di rinnovamento. E lo ha fatto, come suo solito, raccontando una carta dei Tarocchi, in questo caso l'Arcano Senza Nome.

In accordo con lei, ecco che arriva la dottoressa Moretti che ci illustra ben 9 valide ragioni scientifiche per cogliere le potenzialità della stagione in corso. Insomma, fino a qui tutto bene.

Non ci sta Jacopo (Boschini), però. Rimasto (insolitamente) in silenzio, ecco che all'improvviso se ne esce con un attacco duro e senza pietà alla primavera, dicendosi molto più affezionato all'inverno. E perché? Perché tutto 'sto mito del rinnovamento a lui non piace. Preferisce dunque starsene nella sua comfort zone.

E la polemica scoppia.

La prof. Romano, incurante degli attriti interni alla redazione del MacGuffin, fa notare come in primavera si celebri il Dantedì. E noi, di fronte a tanta cultura, abbiamo chinato umili il capo (quello della prof. è pure l'articolo gratuito del mese, non perdetevelo) e abbassato temporaneamente i toni della discussione.

Ma ormai il danno era fatto. La confusione regna tra noi sovrana e lo si capisce dall'articolo di Filippo (Prina) che abbandona i consueti toni per lanciarsi in un ragionamento sul quanto sia difficile staccarsi dalle abitudini nocive. Filippo promette che tornerà, dal mese prossimo, ad essere il caro buon vecchio Filippo che tutti noi amiamo e conosciamo. Vedremo.

Tenta di chiudere (con dolcezza) Sara (Malinverno) con il suo diario da Francoforte. Facile per lei, che vive all'estero e non è qui a respirare tutto 'sto scontro su primavera sì, primavera no.

Se sopravviviamo alle faide interne, ci si rilegge prestissimo.