L'isola che c'è
di Valerie Moretti | La bussola - MacGuffin n.25
L’Isola che non c’è è il luogo immaginario in cui vive Peter Pan inventato nel 1904 dalla penna di James Matthew Barrie.
Berrie la descrive come un luogo a cui solo i bambini possono accedere, grazie alla loro immaginazione, seguendo la “seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino”, come canta anche Bennato nella sua famosissima canzone.
L’isola è il simbolo della ricerca della felicità e di un’armonia che, anche se non si può vivere sempre, è comunque a portata di mano. In fondo anche noi adulti abbiamo bisogno di credere che al di là di tutte le difficoltà e i momenti faticosi, ci siano spazi e situazioni che ci permettono di raggiungere l’isola che non c’è. Chi non ci crede (chi ride nella canzone) è più pazzo di chi ci crede perché, in realtà, si autocondanna a non vedere nuovi orizzonti e a non guardare oltre.
Le difficoltà fanno parte della vita e nessuno di noi può evitare momenti di dolore, tristezza e smarrimento. Che si tratti di una perdita, di una malattia, di un conflitto familiare o di una crisi finanziaria, a volte la vita ci offre un tratto di strada difficile. Avere una bussola che ci permette di navigare nei mari in tempesta, ci aiuta ad approdare in porti sicuri, ovvero di arrivare all’isola che non c’è.
Vi propongo 5 “bussole” su cui fare affidamento quando il viaggio si fa duro.
1. Cura di sé e auto-compassione
I periodi di dolore o di lotta portano nuove barriere e sfide alla cura di sé, anche se sono esattamente i periodi in cui abbiamo più bisogno di tutelarci e proteggerci. È importante ricordare che soddisfare le proprie esigenze durante una crisi, potrebbe essere molto più difficile. Se ti ritrovi incapace di svolgere le tue consuete attività, prova a sostituirle con qualcosa che puoi fare ora: concentrati sul sonno, l'alimentazione e sul livello di attività che riesci a sostenere. Semplifica e adatta le tue routine a quanto necessario per affrontare le sfide della situazione che stai vivendo e mi raccomando: cerca di essere gentile con te stesso.
L'auto-compassione nei momenti di difficoltà è importante almeno quanto durante i periodi buoni.
2. Comunità e connessione
Abbiamo tutti necessità di un sistema di supporto. Il bisogno universale di sostegno da parte degli altri è il motivo per cui è fondamentale costruire una società più compassionevole in cui tutti, compresi quelli tra noi che non sono abbastanza fortunati, siano significativamente protetti e curati in tempi di perdita o crisi. Se puoi, dedica generosamente il tuo tempo con un aiuto, anche piccolo, alla tua comunità.
3. Creatività e arte
Vivere l'arte, come consumatore o creatore, permette di toccare i temi della vita (e della morte) attraverso una profonda espressione emotiva. L'arte può calmare o infiammare: dai all'arte la possibilità di commuoverti e ispirarti.
Fare arte può infatti essere un terapeutico spazio di crescita; potresti temere che questo non sia nelle tue capacità, ma se ti senti imbarazzato a prendere una lezione di teatro o a lanciare ceramiche, prova a cantare sotto la doccia o lascia che il tuo bambino interiore scarabocchi con una scatola di pastelli di grandi dimensioni. Nessuno deve vedere o ascoltare le creazioni che produci e chiunque può esprimere emozioni attraverso il suono, il movimento e le arti visive. Le abilità in cucina, in garage o in giardino possono fornire opportunità di espressione artistica. Quando sei confinato a letto o limitato nelle tue normali attività, lascia riposare il telefono e prendi un blocco per schizzi e una matita, impara a lavorare a maglia o a ricamare, sperimenta dunque un po' di creatività. In tempi di difficoltà, trovare un modo per esprimersi attraverso l'arte può avere una importante funzione liberatoria.
4. Adattamento e cambiamento
Indipendentemente dal tipo di difficoltà che stai affrontando, la tua capacità di farcela dipende in parte dalla tua capacità di apportare cambiamenti adattivi in risposta a ciò che ti è successo. Forse ci sono modi per affrontare questo momento della tua vita, decisioni da prendere e cambiamenti da accettare, che ti permetteranno di ridurre al minimo i danni di questo evento.
A volte adattarsi a un grande sconvolgimento, richiede la volontà di impegnarsi nella risoluzione dei problemi e provare cose nuove. L'adattamento può essere doloroso: tendiamo a resistere al cambiamento, specialmente quando ci sentiamo vulnerabili o minacciati. Ma l'adattamento è un processo fortemente liberatorio. Quanto più rimani aperto a una riorganizzazione radicale o anche a piccoli cambiamenti, tanto più efficacemente sarai in grado di affrontare la nuova situazione e andare avanti.
5. Fede e spiritualità
Quando emergono grandi temi come la mortalità e la perdita, il dolore e la sofferenza, per alcuni è utile rivolgersi alle proprie convinzioni religiose e spirituali. La comunione con il sacro o il divino, qualunque sia il significato attribuito, può lenire e rassicurare.
Le persone hanno una notevole capacità di trovare un significato nelle avversità e apprezzare ciò che conta davvero, rifugiandosi in qualcosa di più grande, che sia Dio, l'Amore o la Natura, e magari ritrovando speranza anche nei momenti più difficili.
Queste strategie non possono impedire ai tempi difficili di soffiare alla tua porta, ma possono aiutarti a ridurre al minimo l'entità del danno. Quando la crisi capovolge la tua vita, puoi riprenderti raggiungendo alcuni strumenti chiave: supporto relazionale e pratico, adattamento e cambiamento, espressione artistica, cura di sé e auto-compassione, fede e pratiche spirituali.
L'uso di questi strumenti può aiutarti a perseverare fino a quando la tempesta sarà passata e vedrai avvicinarti il tuo porto sicuro. Allora buon viaggio: segui la tua bussola verso la seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino. Non ti puoi sbagliare. E se ti prendono in giro se continui a cercare la tua Isola che non c'è, non darti per vinto, perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle, forse è ancora più pazzo di te.