Amore e Potere
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Amore e Potere

Amore e Potere
Photo by Jez Timms / Unsplash

di Jacopo Boschini | Uomini di potere - MacGuffin 34

Premessa fondamentale
Questo articolo nasce da alcuni appunti per una conferenza, L'amore quello bello, che terrò, insieme a Erika Renai, venerdì 25 novembre ad Inverigo (Co). La partecipazione è gratuita.

Contesto e personaggi
Se non avete mai letto La donna del mare di Ibsen, ve lo racconto io. Se invece lo avete letto (o, più probabilmente, visto a teatro) ve lo racconto lo stesso, perché rispolverarlo ci è utile per comprendere il senso di questo articolo.

Siamo in una piccola città della Norvegia settentrionale, in un fiordo. L’ambientazione, in questo caso, conta assai. Per Ellida, la protagonista della nostra storia, l’acqua del fiordo è stagnante e morta. È acqua, dunque, in forte contrapposizione con l’acqua viva, potente e creatrice del mare. Mare a cui Ellida si sente profondamente legata. E d’altra parte c’è da capirla: è la figlia del guardiano del faro. Potrebbe essere altrimenti?

Wangel invece è un medico e ha qualche annetto in più di lei. Nel passato di Wangel c’è già stata una moglie, morta prematuramente. Dalla prima moglie Wangel ha avuto due figlie, Bolette e Hilde, che faticano a dimenticarsi della mamma scomparsa e riconoscere Ellida come la nuova mamma.

Come spesso succede in queste storie che mettono la borghesia al centro, dietro a uno strato di apparente felicità si nasconde un’insoddisfazione profonda. La donna del mare non è da meno. Per quanto Ellida conduca una vita fatta di amore&famiglia, in realtà è corrosa nel profondo da una strana inquietudine. Inquietudine che si trasforma in un devastante tormento quando riemerge dal suo passato lo Straniero. Già, perché Ellida, in gioventù, ha avuto una storia d’amore tanto breve quanto travolgente.

Un salto nel passato di Ellida
Lo Straniero è un marinaio approdato nella città in cui vive Ellida, molto prima degli eventi raccontati nella Donna del mare. I due si incontrano e, ZOOOT!, si innamorano. Da innamorati fanno discorsi da innamorati, come parlare solo di ciò che li accomuna, li unisce, li appassiona. Che, per entrambi, è il mare. Seguono ore e ore di chiacchiere su alghe, pesci, onde e tempeste, come se alghe, pesci, onde e tempeste fossero argomenti in cui perdersi. Ma tant’è.

Aggiungiamoci, inoltre, che lo Straniero è un personaggio misterioso: cambia spesso nome ed è accusato di aver ucciso un uomo (omicidio che, peraltro, lui non nega e che dice di aver commesso per ripristinare la giustizia infranta). Che cosa può fare la giovane Ellida di fronte ad un bel tenebroso appassionato di mare se non abbandonarsi totalmente? Ma i mariani, si sa, non possono stare a lungo nello stesso porto (soprattutto se accusati di aver commesso un delitto). E così Ellida e lo Straniero si devono dire addio. Ma lo Straniero, prima dell’ineluttabile, ha una tipica idea da innamorato: sposiamoci, le suggerisce, e chiediamo al mare di essere sacerdote, testimone e custode del nostro indissolubile amore. Figuratevi Ellida di fronte a quella proposta, si scioglie come una medusa sulla spiaggia. Lo Straniero prende dunque due anellini di metallo, li lega tra loro e li getta nelle profondità dell’abisso. Che nessun uomo osi separare quello che il mare ha unito. Poi lo Straniero fugge e scompare. Per anni.

Torniamo al presente
Lo Straniero è davanti ad Ellida, proprio fuori dal cancello della casa di Wangel. E lei, che era convinta di averlo dimenticato, viene travolta da ondate di emozioni che neanche quando il mare è sconvolto dalla più tremenda tempesta se ne vedono. Perché Ellida aveva rimosso quanto lo Straniero rappresenti per lei l’amore passionale che arriva, travolge e risucchia via.

Che cosa vuole, oggi, lo Straniero, da lei? Semplice. Che la promessa che si sono fatti anni fa, davanti al mare, venga mantenuta. Ellida balbetta. Sente tutto il potere dello Straniero su d lei. Implora Wangel di lasciarla libera, affinché lei possa vivere, finalmente, quell’intensità che con lui non ha mai provato. Perché se lo Straniero è il mare, Wangel è il fiordo. Un luogo sicuro in cui vivere, ma soffocante.

Wangel è un uomo maturo. Altruista. Saggio. E, da saggio, decide di non esercitare il potere che, come marito, potrebbe avere su Ellida. Potrebbe dissuaderla ed imporle di restare. Ma chi ama, non esercita potere. In nessuna forma.

Per Wangel è dunque Ellida l’unica responsabile delle proprie scelte.

Lo Straniero, al contrario, usa tutto il suo potere su Ellida: tornerò domani, poco prima che la nave lasci il porto. Preparati. Se ti rifiuterai, non mi vedrai mai più.

Ellida precipita in una disperata confusione.

E ora spoiler
Wangel, pur sapendo che potrebbe perdere Ellida per sempre, dice alla moglie che la scelta finale spetta solo a lei.

E quelle parole, per Ellida, sono come acqua gelata che la fa rinvenire. Sentendosi responsabile del proprio destino, Ellida dà il benservito allo Straniero. E rimane con Wangel.

Il mutamento è avvenuto, dice lei, nell’istante in cui ho potuto scegliere liberamente.

E quindi
Spesso, proprio come Ellida, confondiamo il potere che una persona esercita su di noi con il vero amore. In altri termini: la parola amore a volte non è altro che la rassicurante etichetta che diamo alla nostra incapacità di arginare il potere dell’altro.

Se ci si risveglia, e ci si rende conto che si è in relazione di potere, allora il mio consiglio spassionato è quello di porsi la domanda: voglio veramente stare con una persona che ha tutto questo potere su di me?

La risposta sarà tanto dolorosa quanto liberatoria.